Basilica di San Petronio

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Bologna - 6 giugno 2013 - Eleonora Ferrante

Il 20 ottobre 1388 fu commissionata la costruzione di un tempio religioso cittadino dedicato a San Petronio, vescovo di origini romane che nel V secolo andò a sostituire a Bologna l’ormai defunto vescovo Felice. Petronio fece molto per Bologna, non solo dal punto di vista spirituale. La città, al momento del suo arrivo, era stata da poco devastata dai barbari; egli si mise all’opera per riedificarla e per consolidare il potere politico e sociale a seguito di un periodo di grandi crisi. Petronio morì il 4 ottobre del 450; il corpo fu sepolto in Santo Stefano, la testa è attualmente conservata all’interno di un prezioso reliquario che si trova dentro la basilica a lui dedicata.
I lavori per la costruzione dell’imponente basilica furono affidati al noto architetto bolognese Antonio Vincenzi (o di Vincenzo). Nell’esecuzione fu assistito da Andrea da Faenza che lo aiutò a realizzare il progetto originale di una basilica gotica con transetti. Per favorire la costruzione della maestosa basilica furono abbattuti diversi edifici. La prima pietra fu posta il 3 giugno del 1390. Durante il primo decennio i lavori avanzarono a ritmo sostenuto, sino alla morte di Vincenzi nel 1402. Seguirono difficoltà non solo di ordine tecnico ed economico, ma anche il cambiamento politico e spirituale che si stava verificando in quegli anni portò la sua buona dose di rallentamenti, tant’è che la realizzazione dell’opera durò tre secoli e tuttora risulta incompiuta. Il disegno originale del Vincenzi raffigurava la chiesa a forma di croce, con la porta maggiore ai piedi e le porte laterali nei due bracci della croce. Di fronte ad ogni porta era stata progettata una piazza e tutt’intorno alla pianta della basilica sarebbero dovute sorgere altre otto chiese. Se tale progetto fosse stato rispettato, oggi la basilica di San Petronio sarebbe la più grande al mondo.

Piazza Galvani e il retro della Basilica di San Petronio
Piazza Galvani e il retro della Basilica di San Petronio

 

 

 

Il 4 ottobre 1392, il giorno di San Petronio, vi si tenne la prima Santa Messa. In quell’anno alla basilica erano state aggiunte le prime quattro Cappelle per ogni lato.

Dal 1647 al 1659 la basilica assunse la forma che attualmente conserva, con l’aggiunta della Cappella di San Bernardino da una parte, e dall’altra la Sagrestia e le sue aderenze del Coro e del Presbiterio. Sempre in quegli anni furono innalzati i primi pilastri che andarono poi a formare le volte della navata di mezzo. Tra il 1481 e il 1492 venne costruito il campanile che attualmente misura 65 metri in altezza.  Nel Seicento Girolamo Rinaldi realizzò le volte ogivali e si occupò della costruzione dell’abside semicircolare. Se il lavoro fosse stato portato a termine, avrebbe compreso cinquantaquattro cappelle, quattro campanili e altre quattro sagrestie agli angoli dei due bracci.

Non si è giunti a costruire se non il piede dell’ideata croce latina. E’ quasi impossibile poter citare tutti gli illustri artisti, architetti e ingegneri che hanno lavorato e collaborato nel corso degli anni alla realizzazione di questo capolavoro artistico. I lavori di decorazione e abbellimento della porta Maggiore iniziarono nel 1425 e furono commissionati all’artista toscano Jacopo della Quercia, il quale finì il lavoro nel 1438, anno che coincide con quello della morte dell’artista. Sulla Porta Magna sono raffigurati trentadue Patriarchi e Profeti con Dio posto al centro; nell’architrave sono rappresentate cinque scene del Nuovo Testamento, nei pilastri dieci storie tratte dalla Creazione del Mondo fino al Diluvio Universale; sopra l’architrave è raffigurata la Madonna col bambin Gesù in braccio. Le due porte più piccole, ai lati della Porta Maggiore, furono commissionate nel 1524 al noto scultore bolognese Ercole Seccadenari.

Basilica di San Petronio

Basilica di San Petronio

 

 

L’anno successivo iniziò i lavori di intaglio della porta Sigismondo Bargelleso, aiutato da M. Andrea Magnani e Gabriele di Zaccaria da Volterra. Nella porta di destra gli angeli che contornano l’arco, le Sibille che contornano gli stipiti e le otto scene tratte dall’Antico Testamento sono da attribuire all’artista fiorentino Niccolò Tribolo, che eseguì i lavori nel 1525 e fra i tanti aiutanti ci fu lo stesso Ercole Seccadenari.

La porta di sinistra è adorna degli stessi angeli e delle stesse Sibille della porta destra che sono sempre ad opera del Tribolo. Le scene tratte dal Vecchio Testamento sono invece da attribuire ad Alfonso Lombardi, tranne una, quella della benedizione data da Isacco a Giacobbe, che è di un artista ignoto ma di uno stile che si avvicina a quello di Michelangelo.
L’interno a prima vista può sembrare alquanto scarno; in realtà la basilica è ricca di marmi, splendide vetrate e suggestivi affreschi. Nel 1655 sul pavimento venne tracciata una meridiana i cui giorni, mesi e stagioni sono scalfiti da uno spiraglio di luce che passa attraverso un foro della volta.

Tra le tante meraviglie contenute all’interno di questa chiesa monumentale, ci sono due antichi orologi che destano la curiosità di turisti e fedeli. Ogni orologio ha tre lancette che segnano ore diverse e che non coincidono con l’ora dei moderni orologi, ma seguono un sistema di divisione del tempo che oggi non è più in uso e che va di pari passo con l’ora della meridiana.
Tra le cappelle, la più bella e anche la più importante è sicuramente la seconda sulla sinistra, che oltre alla splendida cancellata in ferro e ottone offre la vista dell’altare con sopra un reliquiario d’argento che conserva la testa di San Petronio.
Un’altra cappella che attira un gran numero di turisti è quella dei Re magi, la più antica di tutta la basilica e commissionata da una delle famiglie più importanti di Bologna – quella dei Bolognini, mercanti di seta – dove è presente un affresco che rappresenta l’Inferno. Nell’affresco è presente Maometto, rappresentato come un vecchio dalla barba bianca, completamente nudo, legato, torturato da un demone e circondato da altri peccatori tra i quali si riconoscono gli scismatici (Datan e Abiron), i sacrileghi, gli incantatori (Pitonessa) e gli eretici (Ario). Questo affresco, oggi, si trova al centro di ipotetici attentati e di possibili attacchi da parte di imam.
Dei numerosi eventi che vi furono celebrati, quelli che meritano di essere citati sono l’incoronazione dell’imperatore Carlo V che si tenne il 24 febbraio 1530 e le sedute del Concilio di Trento nel 1547.
Oggi la basilica di San Petronio è la quinta in ordine di grandezza tra tutte le chiese della Cristianità. E’ lunga 132 metri, larga 60 e alta 44. E’ appartenuta al comune di Bologna fino al 1937 quando i Patti Lateranensi sancirono che la proprietà doveva essere della Diocesi.

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