L’orologio di Villa Medicea di Poggio a Caiano

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Un'importante opera di restauro nella residenza estiva della famiglia dei Medici.

Prato - 26 maggio 2017 - Ugo Pancani

Alla fine del secolo scorso, un gruppo di ragazzi ed alcuni insegnati del reparto Orologeria, dell’Istituto Tecnico Professionale Leonardo da Vinci di Firenze, varcano i cancelli della Villa Medicea di Poggio a Caiano, al posto degli zaini portano con sé delle ceste e invece di penne e libri sono armati di utensili. Impazienti e curiosi salgono le scale che conducono alla torre della Villa dove, all’interno di una struttura in legno, è ubicato un bell’orologio da torre a pendolo. L’incarico che hanno ricevuto dalla Soprintendenza ai beni architettonici di Firenze e dal Comune di Poggio a Caiano è di effettuare un restauro conservativo dell’orologio della Villa Medicea di Poggio a Caiano. A turno gli studenti, seguiti dagli insegnanti, iniziano ad analizzare le condizioni generali del movimento commentando ed esponendo le loro considerazioni, cercando soluzioni ai difetti che il meccanismo presenta.

La collocazione dell’orologio nella torretta aveva sottoposto il movimento ad agenti esterni quali umidità, sbalzi di temperatura e inquinamento atmosferico. Dall’esame risultavano componenti usurati in particolare le leve di impulso dell’ancora, altri pezzi ossidati, le sedi di perni del rotismo ovalizzati, ma era la ruota scappamento, il cuore dell’orologio, in assoluto il problema più importante da risolvere perché presentava quasi tutti i denti rovinati .

 

Prima e dopo il restauro

Prima e dopo il restauro

 

Lo studio del movimento permise di stabilire le caratteristiche: la gabbia realizzata con scheletro a barra piatta, due treni di ruote, uno per il tempo con scappamento ad ancora tipo Graham e l’altro per suoneria con camma di divisione con la sola indicazione delle ore con “ribotta” cioè la ripetizione della segnalazione, una sorta di promemoria per i distratti. Le fonti di energia a peso. L’autonomia per il treno tempo di circa 30 ore.

Con cautela l’orologio veniva rimosso dalla torre e quindi completamente smontato. Le ceste piano, piano si riempirono dei vari componenti scrupolosamente contrassegnati ed imballati per il viaggio verso il laboratorio dell’Istituto. All’interno del reparto orologiai i pezzi del grande orologio vennero ripuliti dalla ruggine, dallo sporco accumulatisi in centinaia di anni, ma la maggiore difficoltà si presentò per la ricostruire della ruota scappamento che venne realizzata con la collaborazione dei vari reparti della scuola. Dopo i rilievi grafici, tutti i componenti furono singolarmente restaurati, poi riassemblati fino al rimontaggio completo del movimento che venne poi lubrificato, regolato e ricollocato nella sua posizione originale.

Per effettuare il restauro, con la massima attenzione alla lettura storica del meccanismo, gli studenti coordinati dagli insegnati, effettuarono una ricerca storica e questo fu possibile grazie allo studio preliminare di documenti inseriti nella pubblicistica sulla Villa di Poggio a Caiano o facenti parte dell’Archivio di Stato di Firenze.

Alla fine di questo percorso di studio e di ricerca fu stabilito che l’orologio non era quello originariamente posto in questa Villa, in quanto si trattava di un meccanismo forse proveniente dalla Villa di Lappeggi presso Antella, dalla quale si ha per certo la notizia dell’asportazione dei fregi in ferro portanti la campana, che attualmente sovrastano la torretta dell’orologio a Poggio a Caiano; in tale epoca, infatti, dopo la morte dell’ultimo assegnatario della famiglia medicea della Villa di Lappeggi, avvenuta nel 1711, questa dimora subiva una veloce decadenza e, prima di essere messa all’asta, i responsabili recuperarono quanto possibile e dell’orologio non si ebbe più traccia certa, per cui si è ritenuto plausibile che insieme ai ferri portanti la campana, asportarono anche il movimento orologiero per essere ricollocati alla Villa di Poggio a Caiano. Alcune caratteristiche tecniche del meccanismo restaurato hanno indotto, poi, ad avvalorare la ipotesi formulata secondo la quale l’orologio risalirebbe alla fine del ‘600 o inizio ‘700 e l’elemento fondante su cui si basa tale ipotesi è la presenza dell’organo regolatore a pendolo; inoltre un altro elemento di riscontro tecnico è dato dal metodo di costruzione dei denti, i quali presentano al centro tracce di punzonatura per la realizzazione dell’”arronditura”, cioè la smussatura a mano delle estremità di ciascun dente, tecnica che veniva praticata a partire dalla metà del XVII fino alla fine del XVIII secolo.

Pertanto l’orologio originario della Villa di Poggio a Caiano, di cui si ha notizia intorno alla metà del ‘500, doveva avere l’antico regolatore a foliot e scappamento a verga, mentre il meccanismo restaurato non riporta alcuna traccia di adattamento al “nuovo regolatore” a pendolo, come in quell’epoca spesso avveniva sui movimenti esistenti; e quindi quest’ultimo non può che essere un altro orologio rispetto al primo di cui le cronache e i documenti danno notizia.

Dopo alcuni anni dal restauro, è stato inserito sul movimento un dispositivo elettrificato per la risalita automatica dei pesi.

 

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Successivamente, sempre per una maggiore praticità, pur mantenendo il movimento nella posizione originale è stato isolato e applicato un dispositivo elettronico sull’albero della lancetta che permette di avere l’indicazione dell’ora.

Attualmente l’orologio si presenta in buone condizioni, sempre posizionato nella torretta della Villa, protetto da una struttura scatolata in legno e facilmente raggiungibile.

 

 

 

Villa Medicea di Poggio a Caiano e Museo della Natura Morta

Piazza de Medici, 14

59016 Poggio a Caiano (PO)

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