Ravenna: il Tempo e l’Eternità

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Ravenna - 23 giugno 2016 - Karina Mamalygo

 

 

 

Dormi, come l’infante, tu, Ravenna, Nelle mani dell’eternitа …

Aleksandr Blok

 

 

 

Le notizie relative alla fondazione di Ravenna si sono perse nei secoli. La leggenda dice che la città fu edificata da coloni provenienti dalla Tessaglia, oppure, più probabilmente, dagli Umbri, e che dopo di essi la zona venne occupata dagli Etruschi. Più tardi, nel II sec. a.c., la pianura del Po venne conquistata dai Romani, che razionalizzarono il territorio secondo il loro costume: costruirono strade, realizzarono acquedotti e svilupparono la città secondo la loro geometria urbana. Non era facile, perchè la piccola cittadina si trovava su alcune isole sabbiose della laguna marina. La comodità di questa posizione venne sfruttata dall’imperatore Ottaviano Augusto nel I sec. a.c., quando riorganizzò le difese militari dell’impero e scelse Ravenna come sede della flotta del mediterraneo orientale, creò il gigantesco Porto di Classe, da dove poteva controllare tutto l’Adriatico.

 

 

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Ravanna Piazza del popolo

 

 

 

 

 

Il periodo più importante della vita di Ravenna iniziò nel 402, quando l’imperatore Onorio spostò qui la capitale dell’Impero Romano d’Occidente. In questa sede governò Galla Placidia, sua famosa sorella e figlia di Teodosio I, la quale attorno al 430 d.c. fece erigere i primi capolavori architettonici di Ravenna: la cappella di San Lorenzo, a forma di croce, conosciuta ora col nome di Mausoleo di Galla Placidia e la luminosa e spaziosa basilica di San Giovanni Evangelista.

Nel 476 Odoacre, un generale di stirpe germanica, depose l’ultimo imperatore romano Romolo Augustolo e si proclamò Patrizio, di fatto governatore del paese, facendo di Ravenna la sua capitale. Nel 493 Teodorico (454-526), re degli Ostrogoti, invase l’Italia, mantenne Ravenna capitale del regno e governò con saggezza e in pace per trentatre anni, dando alla città nuove costruzioni e cercando il benessere per i suoi abitanti. Educato alla corte di Costantinopoli ed essendo ariano, il re fece costruire alcune bellissime chiese per la sua comunità religiosa tra cui il Battistero Ariano e la Basilica del Cristo Salvatore, quest’ultima riconsacrata due volte ed ora chiamata Basilica di Sant’Apollinare Nuovo. Nel 520 Teodorico, pensando al luogo dove avrebbe riposato in eterno, fece erigere per se stesso il proprio sepolcro nella terra del cimitero gotico: si tratta di un edificio poligonale a due piani in pietra d’Istria con cupola monolitica e famoso col nome di Mausoleo di Teodorico. Il tramonto del governo del sovrano gotico fu oscurato dall’uccisione dei due ultimi filosofi antichi: Simmaco e Boezio, che erano consoli alla corte reale e vennero giudicati colpevoli di tradimento.

 

 

 

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Nel 540 le truppe bizantine guidate da Belisario conquistarono Ravenna. Giustiniano I (483-565) volle ad ogni costo riunire le terre dell’Impero Romano d’Occidente al proprio impero, ma i suoi progetti ambiziosi non furono completamente coronati dal successo. Ravenna fu trasformata in Esarcato, l’avamposto della sofisticata politica di Costantinopoli e della teologia orientale in Occidente.

La presenza bizantina ha posto una traccia indelebile nella vita spirituale e artistica di Ravenna. Al tempo di Giustiniano, grazie alle donazioni di Giuliano Argentario, un ricco banchiere cittadino, furono costruiti due capolavori insuperabili: la Basilica di San Vitale e la Basilica di Sant’Apollinare in Classe, consacrate nel 548 ed nel 549 dall’arcivescovo Massimiano. Dopo la morte di Giustiniano la prosperità di Ravenna iniziò a declinare e si concluse completamente nel 751 con l’occupazione dei Longobardi, mettendo fine all’influenza di Costantinopoli durata circa duecento anni. Successivamente Ravenna sopravvisse al periodo delle guerre feudali, al governo arcivescovile, allo stato di libero comune, al potere dei signori Da Polenta. Nel 1321 qui morì il grande Dante e il suo destino post-mortem non fu meno drammatico della sua vita. Nel 1431 la città fu occupata dai veneziani, ma dopo alcune decine d’anni Ravenna diventò parte dello Stato Papale, fino all’annessione all’Italia nel 1860. Agli inizi dell’epoca moderna nella piazza centrale di Ravenna, ora chiamata Piazza del Popolo, furono erette le statue dei santi principali della città: Sant’Apollinare e San Vitale; mentre, precedentemente, il Palazzetto Veneziano, in piazza, fu costruito con alla base colonne risalenti all’occupazione gotica; su quattro di esse è inciso il monogramma del re Teodorico. Dalla seconda metà del XIX sec. all’inizio del XX sec. Ravenna sembrò essersi risvegliata dal suo lungo sonno, attirando l’attenzione dei poeti e degli artisti di tutto il mondo. Dietro ai muri severi e scuri delle basiliche all’improvviso si aprì un universo differente, che guarda nelle nostre anime con gli occhi spalancati dei protagonisti dei mosaici di Ravenna.

 

 

 

 

 

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