Museo Internazionale e Biblioteca della musica di Bologna: patrimonio dell’Umanità

Sala 1 del Museo

24 marzo 1770. E’ arrivato a Bologna il bambino prodigio di cui parla tutta Europa. Celebrato nelle più prestigiose sale da concerto da Monaco a Vienna, da Heidelberg a Francoforte, Colonia, Bruxelles e Londra, è giunto finalmente in Italia per il suo primo Grand Tour, il cosiddetto viaggio di “pellegrinaggio” e “apprendistato”, nella terra della grande Musica. E’ qui a Bologna che il quattordicenne Mozart inizierà a seguire i dettami di uno dei maestri di composizione più eminenti, il frate minore conventuale Giovanni Battista Martini...

Bologna - 3 dicembre 2014 - Sofya Yunusova

Passeggiando per Strada Maggiore, nel cuore di Bologna, è impossibile non rimanere incantati dal raffinato intreccio di colonne, medaglioni e archi del Portico di Santa Maria dei Servi e dall’imponente Basilica omonima che lo domina. E’ il posto ideale per perdersi nei pittoreschi vicoli laterali da cui si scorgono le tre facciate del “Santo Sepolcro” bolognese e i sublimi affreschi rinascimentali dell’Oratorio di Santa Cecilia. Ma proprio in Strada maggiore, civico 34, una sorpresa ci attende. Qui, infatti, in quello che era il Palazzo della famiglia Sanguineti, splendido edificio risalente al XVI sec., sono conservati centinaia di migliaia di documenti di inestimabile valore, in gran parte provenienti dal lascito Martini, oltre che numerosi strumenti musicali e tele raffiguranti celebri musicisti e compositori europei del ‘700 e ‘800.

Sala5
©Museo della Musica – Sala 5

Nelle 9 sale affrescate e decorate in stile napoleonico da noti pittori bolognesi dell’epoca (Pelagio Pelagi, Serafino Barozzi, Vincenzo Martinelli, Antonio Basoli) il Museo Internazionale e Biblioteca della Musica ospita rari pezzi strumentali e una ricchissima raccolta di documenti, con spartiti manoscritti, lettere, libri teorici e manuali esplicativi.

Flauto polifonico
©Museo della Musica – Flauto polifonico

 

Prezioso materiale filologico, questi ultimi servono ad illustrare il giusto modo di suonare alcuni strumenti antichi che altrimenti non sarebbero che dei bei soprammobili senza voce.

 

 

 

 

 

 

Harmonice Musices Odhecaton
©Museo della Musica – Harmonice Musices Odhecaton

Tra gli strumenti possiamo apprezzare il flauto a cinque canne del 1650, noto come flauto polifonico, o il “Clavemusicum Omnitorum Modulis Diatonicis Cromaticis et Enarmonicis”, più semplicemente “archicembalo capace di suonare tutte le note”, la cui tastiera è composta da 125 tasti, ciascuno dei quali sta per una sola nota e non per alcune come nel caso degli altri strumenti a tastiera. Questo curioso esperimento dell’architettura musicale, ideato all’inizio del ‘600 da Nicola Vicentino, è presentato al museo nel suo unico esemplare esistente al mondo. 

Oltre agli strumenti, fiore all’occhiello del museo sono i numerosi manoscritti autografi. Tra questi troviamo il manoscritto del “Barbiere di Siviglia” di Gioacchino Rossini; la partitura della prima opera lirica in assoluto, scritta a Firenze nel 1600 dai musicisti semidilettanti dell’Accademia dei Bardi, che in occasione del matrimonio di Maria dei Medici con Enrico di Francia decisero non solo di recitare ma di “recitare cantando” il poema “Euridice” di Caccini; e la partitura del“Harmonice Musices Odhecaton”, una delle prime stampe musicali di tutti i tempi, realizzato a Venezia nel 1501 dal “Guthenberg della musica” Ottaviano Petrucci. Non ci si meraviglierà quindi se a fronte di questi tesori l’UNESCO abbia consegnato a Bologna il titolo di “Città della Musica”.

Ma come è stato possibile raccogliere tutto questo ingente patrimonio insieme? Gran parte della collezione proviene da un unico donatore, Padre Giovanni Battista Martini (1706 – 1784), frate francescano, noto compositore, autore della prima enciclopedia musicale “Storia della musica” e referenza per gli addetti ai lavori del tempo.

Johann Christian Bach
©Museo della Musica – Johann Christian Bach

 

A dimostrarlo sono i ritratti di illustri personalità musicali sulle pareti: Christoph Willibald Gluck, Johann Christian Bach, Niccolò Jommelli , Giuseppe Tartini, Jean-Philippe Rameau, Georg Friedrich Händel inviavano a Padre Martini le proprie effige per entrare a fare parte di questa prestigiosa galleria dei grandi della musica. E non è per caso che tra queste “fotografie” d’epoca, troviamo nella sala 6 quella di Wolfgang Amadeus Mozart.

Mozart
©Museo della Musica – Mozart

 

La tela fu spedita a Martini dal padre di Amadeus come segno di riconoscimento per il determinante aiuto offerto dal frate al figlio all’esame per divenire Accademico della Regia Accademia Filarmonica di Bologna. E’ oramai appurato che durante quell’esame il giovane Mozart trovò delle difficoltà nel completare il compito di contappunto e fu Padre Martini a correggere gli sbagli e redigere la versione finale che permise a Mozart di conseguire il titolo di Accademico (le diverse versioni del compito, scritte a pugno da Mozart, sono visionabili al museo).

Compito autografo di Mozart
©Museo della Musica – Compito autografo di Mozart

 

Altre sale raccontano la storia di altrettanti capisaldi della musica: dal rinomato cantante evirato Carlo Broschi detto “Farinelli” a Gioacchino Rossini, da Richard Wagner a Giuseppe Martucci e Ottorino Respighi. Un illuminante excursus consigliato per conoscere un lato inedito e universale del patrimonio culturale senza pari proprio nel cuore di Bologna.

Sala 4
©Museo della Musica – Sala 4

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