L’orologio del Duomo di Firenze con quadrante di Paolo Uccello

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La riscoperta di un capolavoro nascosto per tre secoli

Firenze - 15 settembre 2016 - Ugo Pancani

© Antonio Quattrone

© Antonio Quattrone

 

 

 

All’interno della facciata del Duomo di Firenze è possibile ammirare un orologio che presenta particolarità che lo rendono unico nel suo genere e fra i più belli e interessanti al mondo. Il suo quadrante è stato dipinto da uno dei più grandi pittori del rinascimento: Paolo Uccello ed il metodo usato per segnare le ore è particolare perché va da tramonto a tramonto, la cosiddetta “ora italica” con la rotazione della lancetta antioraria ed il quadrante diviso in 24 ore.

 

 

 

 

 

 

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Il meccanismo con solo tempo e con struttura essenziale è collocato a circa 15 metri di altezza, nell’intercapedine della facciata del Duomo in un corridoio largo un metro.
Il primo orologio per la Basilica fu realizzato da Angelo di Niccolò nel 1443 e si trattava di un meccanismo solo tempo come quello di adesso. Nei secoli molti maestri orologiai furono chiamati ad occuparsi dell’orologio, fra i più rinomati troviamo i della Volpaia.

 

 

 

 

 

Il 20 febbraio 1669 il quadrante di Paolo Uccello venne coperto con pittura a secco e suddiviso in dodici ore, ed il movimento fu modificato nella rotazione e nell’indicazione del tempo in 12 ore.
Nel 1761 Giuseppe Bargiacchi, orologiaio fiorentino, fu chiamato dall’Opera del Duomo per la costruzione di un nuovo meccanismo dotato di quelle innovazioni registrate all’epoca nel campo dell’orologeria, quali il pendolo e lo scappamento libero ad ancora. Tale congegno, arrivato a noi integro, è tuttora funzionante.
Ma nonostante l’orologio della basilica di Santa Maria del Fiore di Firenze sia antico, caratteristico e prezioso, difficilmente si trova segnalato o illustrato nei libri sugli orologi più antichi e famosi. Questa poca notorietà possiamo attribuirla al fatto che questo orologio è stato riscoperto da pochi anni, circa 50, nonostante la sua nascita risalga al 1443.

 

 

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Il termine di riscoperta di un capolavoro è particolarmente indovinato perché di fatto il restauro effettuato nel 1968, ha eliminato la pittura a secco, scoprendo l’antico splendore della pittura originale di Paolo Uccello. Altro intervento importante del restauro è stato ripristinare la rotazione della lancetta in senso antiorario e la suddivisione dell’indicazione dell’ora da 12 a 24 (ora italica).
Per tre secoli dal 1669 fino al 1968 l’orologio si è presentato ai fiorentini con un quadrante tradizionale come tanti altri orologi esistenti.

 

 

 

 

 

 

 

Il restauro del 1968 dovette affrontare anche il problema della ricostruzione della lancetta, perché quella applicata nel 1761 non era più adatta alle caratteristiche del quadrante originale di Paolo Uccello, e per risalire alla forma che doveva avere la lancetta originale si pensò alla descrizione di un documento del 2 aprile 1443 che parlava della lancetta a forma di stella dorata. La lancetta ricostruita nel restauro del 1968 è in rame dorato con lo schema e il modulo della stella cometa della quale Paolo Uccello ci ha lasciato splendido esempio grafico nel Duomo stesso nella vetrata con la Natività che è nel tamburo della Cupola e realizzata da Angelo Lippi nel 1443 sui cartoni , disegni di Paolo Uccello. 

 

 

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Nel 2014 il meccanismo ha evidenziato vari difetti di funzionamento e precisione della “marcia” e pertanto si è reso necessario un immediato restauro per il completo recupero dell’orologio.
L’Opera del Duomo, da sempre attenta alla conservazione di questa preziosa opera d’arte, si è attivata tempestivamente per realizzare il restauro sponsorizzato dall’azienda Panerai, manifattura orologiera fra le più importanti a livello mondiale. Il restauro è stato eseguito dal sottoscritto in collaborazione con il prof. Andrea Palmieri.

 

 

 

 

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