Ravenna - 23 giugno 2016 - Karina Mamalygo
Il grande poeta italiano Dante Alighieri, cacciato da Firenze, sua città d’origine, morì nella notte tra il 13 e il 14 settembre del 1321 a Ravenna. Fu sepolto in un piccolo portico della chiesa di San Francesco. Il signore di Ravenna Guido Novello Da Polenta intendeva innalzare un monumento su questa tomba, ma perse il potere alcuni mesi dopo la morte del poeta. Nel 1483 il Podestà Bernardo Bembo commissionò allo scultore Pietro Lombardo un ritratto di Dante in bassorilievo ed una nuova urna.
Nel 1519, grazie al permesso del Papa fiorentino Leone X, la città di Firenze cercò di riaverne il corpo, però alcuni frati francescani ne nascosero i resti in un’altro monastero lì vicino. Nel 1780, secondo il progetto dell’architetto Camillo Morigia, venne eretto un tempietto per custodirne la tomba che ha dato finalmente pace al suo corpo. L’epitaffio dice: «qui sto racchiuso, (io) Dante, esule dalla patria terra, cui generò Firenze, madre di poco amore». Dal tempietto una scaletta porta ad un piccolo Museo.
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