La Rocca Veneziana di Brisighella

Brisighella - 28 settembre 2014 - Ugo Forghieri

Posta su uno dei tre colli di Brisighella – nella splendida posizione panoramica sulla valle del Lamone – è una delle rocche di Romagna meglio conservate e capace, visitandola anche brevemente, di far rivivere molto efficacemente le sensazioni del “tempo che fu”. 

 

Non era il castello di un feudatario, ma una vera e propria struttura militare posta a difesa della valle. L’antica “Via Faventina”, costruita dai Romani tra Faenza e Firenze, ebbe infatti valenza strategica per tutto il Medioevo come collegamento tra il territorio fiorentino e la pianura romagnola. Le ricche città poste lungo la Via Emilia facevano gola a molti, soprattutto ai Medici, che furono per lungo tempo Signori di Firenze. In un censimento del 1371 si legge che la Rocca “era guardata da un castellano con paga di trenta fiorini al mese e dodici uomini”.

Il mastio veneziano della Rocca di Brisighella @ Ugo Forghieri
Il Mastio Veneziano della Rocca di Brisighella @ Ugo Forghieri

 

 

Il Torricino, la parte più antica del castello fu edificato nei primi anni del 1300 dai Manfredi, potenti signori di Faenza, e rimase per due secoli a questa famiglia. Cesare Borgia, il “Duca Valentino”, figlio di Papa Alessandro VII, se ne impadronì nel 1500 per farne un importante baluardo dell’espansione in Romagna dello Stato della Chiesa.

Morto il Valentino, dal 1503 al 1509 la fortezza passò a far parte della Repubblica di Venezia e venne ampliata a Sud con un grandioso maschio (la Torre dei Veneziani) e due lati delle mura. In questi pochi anni la Rocca rappresenta il punto più a Sud dell’espansione veneziana. Il capitano di ventura brisighellese Dionigi di Naldo, comandante delle truppe veneziane, all’epoca in lotta contro il Papa Giulio II, decide di lanciarsi alla conquista della Romagna (Dionigi sarà poi sepolto a Venezia in un monumento a lui dedicato, onore raro per un non veneziano). La guerra però viene vinta dalla Santa Sede, la Rocca ritorna allo Stato Pontificio e ci rimarrà insieme a tutta la regione sino al 1860, anno dell’Unità italiana. All’interno della fortezza, le due torri si salgono attraverso strette scale a chiocciola. L’eco dei passi sui gradini di pietra è lo stesso delle guarnigioni armate che presidiavano la Rocca e che utilizzavano come dormitorio le piccole stanze affacciantesi sulle scale. Altri ambienti erano destinati alla raccolta delle acque e ad abitazione del comandante. Esisteva anche una sala per le torture. Al culmine delle scale le ampie stanze circolari erano utilizzate come posti di guardia e di controllo dei transiti nella valle.

Tramonto d'inverno a Brisighella @ Ugo Forghieri
Tramonto d’inverno a Brisighella @ Ugo Forghieri

 

La Rocca Veneziana conserva ancora le caratteristiche delle fortezze medievali: i fori per le catene dei ponti levatoi sopra la porta d’ingresso, i beccatelli e le caditoie, i camminamenti sulle mura di cinta, le feritoie.

Le torri a sezione circolare rappresentano la necessaria evoluzione rispetto alle precedenti strutture quadrate per minimizzare i danni derivanti dall’introduzione delle armi da fuoco nel corso del XIV secolo. Dal grande cortile circondato dalle mura, un tempo utilizzato durante le invasioni per raccogliere l’intera popolazione, si accedeva ai cunicoli sotterranei destinati allo stoccaggio dei cibi e delle armi. Usciti poi dal grande portale, scendiamo da ripidi gradini verso la valle e torniamo al tempo presente.  

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