La Basilica di San Marco

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Venezia - 12 febbraio 2016 - Mario Anton Orefice

 

 

 

 

La Basilica di San Marco vista da lontano sembra prendere il volo con le sue cupole gonfie come mongolfiere. Il viaggio nella sua storia è un’esperienza affascinante e complessa. Le origini risalgono al 1084, secondo altri all’IX secolo. Gli interventi più significativi avvennero in due periodi. Quando la scuola gotica prevalse su quella bizantina, verso la fine dell’XIV secolo, all’esterno furono aggiunti i pinnacoli, gli archivolti superiori e le decorazioni delle finestre, mentre all’interno si costruirono varie cappelle e tabernacoli. Altre trasformazioni avvennero nel Rinascimento, quando diversi affreschi sostituirono parte dei mosaici greci che l’abbellivano.

 

 

 

 

Basica di San Marco
Basica di San Marco

 

 

 

 

 

La opere musive restano comunque ciò che la rende unica e il visitatore non si soffermerà mai abbastanza ad ammirarne i dettagli. Una volta entrati si attraversa l’atrio (o nartece) e guardando verso l’alto si riconoscono le scene tratte dalla Genesi e dall’Esodo nei mosaici risalenti all’XIII secolo. Più antichi quelli all’interno della chiesa che ricoprono una superficie di 8000 metri quadrati e narrano episodi evangelici. Il loro colore dorato simboleggia la luce divina. A proposito di luce, va ricordato che il visitatore avrà bisogno di un po’ di tempo per adattarsi alla penombra: “La prima impressione è quella di trovarsi in un’enorme grotta a forma di croce” scrive John Ruskin, “la luce penetra attraverso le finestrelle a forma di grandi stelle che s’aprono sul basamento delle cupole.” Le cupole sono ordinate lungo gli assi della pianta a croce greca della basilica. In quella del presbiterio, in fondo alla chiesa, si riconoscono i Profeti con i loro testi sacri, la Vergine e il Cristo Pantocratore. Nella cupola centrale, davanti all’altare il Cristo dell’Ascensione siede su un arcobaleno circondato da stelle ed angeli; nella cupola a destra dell’altare i santi Leonardo, Biagio, Clemente e Nicola, mentre in quella a sinistra scene della vita di san Giovanni evangelista. L’ultima cupola, lungo l’asse centrale della chiesa, verso l’uscita, è dedicata alla Pentecoste: al centro il trono vuoto, la colomba della pace e dodici raggi luminosi che raggiungono le teste degli apostoli.
Si consiglia inoltre di non trascurare nel corso della visita la cripta sotto il presbiterio, un ambiente raccolto e molto suggestivo dove per secoli fu conservato il corpo di san Marco; il battistero con la tomba del doge Andrea Dandolo e quella dell’architetto Jacopo Sansovino; la cinquecentesca sacrestia abbellita da straordinari mosaici rinascimentali e il museo in cui sono conservati vari tesori fra cui i quattro cavalli in bronzo dorato (una volta sulla terrazza della basilica) giunti da Costantinopoli a Venezia nel 1204.

 

 

 

 

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