ENNIO BORDATO

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Russia - 22 febbraio 2016 - Pietro Di Febo

Ennio Bordato – Il Presidente di Aiutateci a Salvare i Bambini Onlus illustra i risultati ed i successi raggiunti dalla sua Associazione italiana che aiuta l’infanzia in difficoltà in Russia.

Nel panorama delle Associazioni di volontariato, ne esiste una, “Aiutateci a Salvare i Bambini Onlus” che si occupa di portare aiuto ai bambini della Federazione Russa. Una cosa insolita per la solidarietà italiana… Perché è nata questa Associazione?

Nel lontanissimo 1981 visitai Mosca per la prima volta. L’allora Urss per me era un’entità assolutamente sconosciuta, nessun legame culturale, politico o ideologico. Fu un viaggio che definisco “del destino”. Non mi innamorai della Russia, ne fui colpito. L’espressione che – credo – possa spiegare ciò che mi accadde è senso di appartenenza. Un “senso di appartenenza” che – non esagero – mi sconvolse sin dall’atterraggio a Mosca. L’odore della Russia, il cielo di Russia, la gente, una cucina e una lingua sconosciute accanto ad una scrittura “araba” fu per me fatale. Non solo, ma più tardi, quando iniziò l’avventura di “Aiutateci a Salvare i Bambini Onlus” mi accorsi con immenso stupore che nel 1981 alloggiai in un hotel dell’allora estrema periferia della città dove, alcuni anni più tardi, proprio di fronte fu costruita la Clinica pediatrica RDKB…
Dal quel viaggio ritornai molto spesso in Russia finché alla fine degli anni ’80 assistetti al crollo dell’Urss. Vidi un popolo ed un paese allo stremo. Economico, fisico e spirituale. Gli anni ’90 furono un incubo. Tutto scomparve, crollarono non solo le certezze di settant’anni ma un intero sistema economico e sociale. E le “vittime”, principalmente, furono i bambini. Non potevo rimanere distante da quel dramma epocale. Nel 1981 il caso mi fece scoprire il sito, ancora abbozzato, del Gruppo di Volontariato Padre Men’ di Mosca. Una prima raccolta di fondi, un viaggio a Mosca, l’accoglienza della scomparsa Galina Čalikova – l’allora vicepresidente del gruppo – che, sebbene fossi per lei uno sconosciuto, mi ospitò in casa sua per tre giorni. Si aprirono le porte della Clinica RDKB e del reparto di Oncoematologia che ricordo dipinte con una vernice bianca a più mani e nere di muffa… Da questo caso, ancora una volta “fortuito”, e da questa accoglienza nacque l’Associazione che, negli oltre dodici anni di vita ha concluso una molteplicità di azioni che nessuno pensava possibili.

LA CLINICA RDKB

LA CLINICA RDKB

Può brevemente spiegare al nostro lettore in cosa consiste, concretamente, l’impegno di “Aiutateci a Salvare i Bambini”?

 Molto brevemente, in ambito sanitario pediatrico la Clinica RDKB dal 2001 al 2003 fu rifornita di farmaci specialistici e attrezzature per il reparto di Oncoematologia. Nel 2004 fu donato un intero laboratorio funzionale; nel 2005/2006 donammo alla Clinica la prima Foresteria pediatrica della Federazione Russa La Casa dell’Accoglienza. Due anni dopo le attrezzature per il reparto di Rianimazione pediatrica. L’anno seguente il reparto di Oncologia pediatrica fu completamente ristrutturato con le nostre forze. Dal 2011 operiamo anche nella Regione di Archangel’sk con un progetto ampio di aiuto alla pediatria locale (Pronto Soccorso pediatrico e Neonatologia).
In ambito sociale psicologico nel 2006 fu avviato il primo progetto di formazione dei volontari, medici e paramedici “Prendersi cura di chi cura: rete d’intervento in psicooncologia pediatrica”. Dal 2004 al 2009 fu attuato il progetto di sostegno psicologico Bambini di Beslan per gli ex ostaggi della Scuola n. 1 della città di Beslan. A partire dal 2010 è attivo il progetto Sostegno alle famiglie per sostenere economicamente, quando necessario, i famigliari dei piccoli pazienti.
In favore degli orfani: dal 2005 opera il Progetto Tu non sei solo! Orfani di Russia, programma che si propone lo scopo di aiutare il bambino orfano ed orfano sociale che presenti limitazioni fisiche ed avente bisogno di cure presso la Clinica RDKB. Sinora sono stati curati circa 800 bambini dei quali un centinaio successivamente adottati nazionalmente.
Per noi la trasparenza è un obbligo nei confronti del donatore. Il Bilancio economico finanziario, anche se non è obbligatorio, è sottoposto a revisione e certificazione da parte di un Revisore dei Conti e le spese per l’attività dell’Associazione mediamente non hanno mai superato l’8/10% del totale degli introiti.

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Una mole notevole di progetti portati a termine positivamente. Ma tutto senza problemi? Come ha trovato i Vostri partner? Avete avuto particolari problemi in Russia?

La positività della nostra esperienza non poteva essere tale se non avessimo lavorato con persone speciali. Prima fra tutte la Presidentessa del gruppo, Lina Z. Saltykova e il nostro partner di Mosca, Padre Aleksandr Men’. Le persone pur facendo tanto, non possono fare tutto. Direi che vincente è stato il metodo applicato. Siamo sempre “entrati” in Russia bussando e chiedendo per favore, abbiamo sempre rispettato la cultura locale sostenendo e condividendo tutte le scelte con i nostri partner: il volontariato locale e le amministrazioni. A Mosca come a Beslan o ad Archangel’sk siamo stati “volano” di cambiamento. Abbiamo cioè aiutato i nostri partner a sperimentare (attrezzature, modelli organizzativi, culture mediche) situazioni innovative dando loro la tranquillità necessaria (finanziaria e non), essendo al loro fianco nei primi passi per creare un’esperienza innovativa. Anche se in minima percentuale, la nuova pediatria russa ha raggiunto i livelli attuali anche grazie al nostro lavoro.

Infine, un’ultima domanda: Quali sono secondo Lei le affinità che uniscono nella storia la Russia e l’Italia? A prima vista sembriamo due popoli molto distanti per cultura e tradizioni, ma entrambi manifestiamo un’ attrattiva e una certa ammirazione l’uno nei confronti dell’altro…

I rapporti fra i nostri due popoli sono, per la gran parte, sconosciuti. Nel senso che si conoscono poco i mille rapporti intrecciatisi nei secoli scorsi. Culturali, economici, artistici ecc. Negli ultimi anni poi, le “ragioni” politiche hanno tracciato una barriera che, per interessi di qualche nostro “alleato” viene sempre rialzata.
La Russia viene presentata ancora come un luogo “strano”, non del tutto “accettabile” per via delle sue tradizioni, della sua cultura… Anzi del quale si debba, in qualche modo, avere timore. In realtà i russi ci conoscono meglio e ci amano davvero. Apprezzano le varie sfaccettature del nostro essere senza condizionamenti. Io spesso traduco l’essere russo come “italiani al freddo”. Spetta a chi ama davvero la Russia ed il suo popolo farlo conoscere meglio e “lottare” per abbattere le barriere di chi ci vorrebbe ancora distanti uno dall’altro.

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