Cremona: torrone, polenta e… Stradivari

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Cremona - 13 maggio 2016 - Roberto Costa

Raggiungere la veneranda età di 93 anni nel ‘700 è già di per sé un fatto straordinario, diremmo oggi da “Guinness dei primati”. Lo è ancora di più se la persona in questione è il genio assoluto dell’arte della liuteria, Antonio Stradivari.
Anche per chi non fosse un intenditore, il nome di Stradivari è tanto familiare quanto lo sono quelli di Picasso o Leonardo, e la sua firma evoca altrettanta perfezione e preziosità. Possedere infatti uno strumento Stradivari significa avere in mano un gioiello dal valore inestimabile: non desti pertanto sorpresa il fatto che uno dei suoi manufatti, la viola McDonald, sia stata recentemente venduta a un’asta Sotheby’s alla cifra record di 32 milioni di euro.

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Così come Mozart richiama subito alla mente Salisburgo, Stradivari si identifica con Cremona, la cittadina basso lombarda, nota per il torrone, la polenta e i violini, dove il Maestro ha vissuto tutta la sua vita e che grazie alla sua opera, assieme a quella di altri celeberrimi concittadini – dalle famiglie Amati ai Guarneri, da Monteverdi a Ponchielli – è riconosciuta a pieno titolo quale città della musica e capitale mondiale della liuteria. È per questo che nel 2012 la tradizione della scuola classica della liuteria cremonese è stata inserita dall’UNESCO nella lista dei patrimoni orali e immateriali dell’umanità.
Il luogo più adatto ad approfondire le proprie conoscenze su questo particolarissimo tipo di artigianato è il Museo del Violino, ospitato nel Palazzo dell’Arte in Piazza Marconi a Cremona. Il Museo, che consta anche di una sala da concerto e un polo di ricerca, è stato fondato nel suo primo nucleo nel 1893, grazie alle collezioni Cerani e Salabue-Fiorini, e oggi propone un percorso espositivo che si articola in 10 sale. Partendo dalla sala delle origini del violino, in cui sono presentati i suoi antenati (violette, ribeche, viole da gamba, ecc.), i visitatori potranno entrare anche in una bottega liutaia ricostruita, in cui scoprire le varie fasi di costruzione degli strumenti e lasciar sedurre il proprio olfatto dal profumo dei legni grezzi, degli oli e resine naturali.

 

Stradivari - stampa da dipinto di Hamman

Stradivari – stampa da dipinto di Hamman

 

Di notevole pregio la sala dedicata ai reperti stradivariani – utensili di varia foggia provenienti dal suo atelier – e la sala dei tesori, dove sono esposti degli Amati, Guarneri e Stradivari.
Il pezzo forte della collezione è sicuramente il violino Stradivari detto “Il Cremonese”. Datato 1715, unisce all’impeccabile fattura, il tipico suono “corposo” e suadente stradivariano che, a detta dello studioso e liutaio italiano Simone Fernando Sacconi, scaturisce non solo dalla qualità dei legni di abete e acero che il maestro cremonese sceglieva personalmente in Val di Fiemme, ma anche e soprattutto dalle vernici e dalle sostanze e pigmenti con cui queste erano miscelate. Non vi sorprendete se riuscirete ad ascoltarlo dal vivo: gli strumenti esposti infatti sono suonati regolarmente per mantenere “vivo” il legno e in particolari occasioni, come per il suo trecentesimo compleanno, anche il Cremonese è stato suonato in pubblico dalle mani esperte di rinomati esecutori, come il virtuoso italo-russo, ma cremonese di adozione, Sergej Krylov.

 

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Concludono il percorso le sale con pezzi di autori del XIX e XX sec. e la sala dei “Friends of Stradivari”, dove sono esposti strumenti di privati e collezioni statali internazionali. Quest’ultima esposizione è stata recentemente arricchita da tre esemplari della Collezione Statale di Strumenti Musicali Unici della Federazione Russa, tra cui una viola di Stradivari del 1715.
Un itinerario, insomma, quello di Cremona e Stradivari, fatto di suoni e artigianato, tradizione, arte e genialità che non può non essere preso in considerazione.

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