Area Archeologica Helvia Recina

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Macerata - 16 settembre 2016 - Karina Mamalygo

Per tornare alle origini storiche di Macerata, dovrete andare a 5 km verso nord-ovest, nella zona di Villa Potenza e ai vostri occhi appariranno le rovine della cittadina romana Helvia Recina. Questa città fu legata al leggendario eroe troiano Enea, che aveva fondato il tempio di Venere Erycina sul Monte Erice in Sicilia, da dove questo culto si sviluppò a Roma e più tardi a Helvia Recina.
“Hic Veneris stabant Ericinae templa vetusto tempore… Quondam etiam templi nomine dicta fuint” – dice un antico epigramma latino: “Qui stava il tempio di Venere Erycina da tempo remoto… da quel tempo così si è chiamato fino ad oggi”. La città viene citata per la prima volta da Plinio il Vecchio nel III libro della sua enciclopedia «Naturalis Historia», dedicato alla geografia ed all’etnografia. Vicinissima a Recina passò la via Salaria Gallica, sulla quale transitava parte del sale che arrivava alla capitale.

 

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L’anfiteatro classico romano, costruito nel II sec a.C., era ricoperto da blocchi di marmo, decorato con colonne d’ordine dorico e corinzio e ospitava più di 2000 spettatori. I posti più importanti erano quelli delle prime file, vicino all’arena, dove si sedevano i senatori e i patrizi della città, le gradinate mediane erano occupate dagli uomini appartenenti alla classe dei cavalieri (equites), gli ultimi in alto erano a disposizione delle donne, dei bambini e dei plebei.
Guardando le misure dell’anfiteatro, si può giudicare la grandezza dell’intera città. Recina fu una cittadina media, fiorente, dove erano presenti varie terme e ricche ville decorate con affreschi e mosaici. Le rovine di queste costruzioni, si possono visitare nella zona archeologica assieme a quelle dell’anfiteatro. Oltre alla “strada salaria”, gli abitanti usavano il fiume navigabile, Potenza, che all’epoca si chiamava Flusor, vicino al quale si possono vedere i resti dell’antico ponte, eretto dai cittadini di Recina. Il periodo della massima fioritura venne raggiunto al tempo dell’imperatore Settimio Severo.
Secondo la tradizione cattolica, il cristianesimo è arrivato a Recina pagana molto presto, già nel I secolo i primi cristiani ricevettero la nuova religione dalle mani di San Giuliano Ospitaliere, spostatosi sulle rive del fiume Potenza per diventare eremita. Il primo vescovo-martire di Recina fu, nel III secolo San Flaviano. Ora i due santi sono stati proclamati patroni celesti di Macerata. Si è scoperto che nel 393 la città era ancora presente sulle mappe romane, ma nello stesso tempo sappiamo che l’ultimo vescovo di Recina, San Claudio, divenne il primo vescovo di Macerata nel 410.

 

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