Ponte di Tiberio a Rimini

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Il ponte di Tiberio è un simbolo di Rimini, ed è infatti raffigurato anche nello stemma della città. La sua realizzazione ebbe inizio sotto l’imperatore romano Augusto nel 14 d.C. e fu terminato con Tiberio nel 21 d.C.

Rimini - 5 febbraio 2013 - Vittoria Coen

Il ponte di Tiberio è un simbolo di Rimini, ed è infatti raffigurato anche nello stemma della città. La sua realizzazione ebbe inizio sotto l’imperatore romano Augusto nel  14 d.C. e fu terminato con Tiberio nel 21 d.C.  Il centro di Rimini e l’antico Borgo San Giuliano vengono così collegati con l’imponente architettura realizzata in pietra d’Istria che segna la fine del decumano massimo (da qui si snodano la via Emilia e la via Popilia-Annia), e che si erge su cinque arcate a tutto sesto con edicole cieche tra gli archi, la cui grandezza varia in una progressione crescente a mano a mano che ci si avvicina al centro, dove è collocato l’arco più grande. Le arcate sono  sostenute da piloni dotati di speroni disposti in modo inclinato così da attutire l’impatto con l’acqua.

 

 

 

 

 

Ponte Tiberio durante la notte rosa

Ponte Tiberio durante la notte rosa

 

 

 

 

 

 

Un’iscrizione lungo il parapetto ricorda le date della realizzazione, usanza tipica nell’architettura romana. Nella pavimentazione si notano alcune iscrizioni latine. I piloni sono decorati da quattro finestre rettangolari sormontate da un timpano, mentre al di sopra del parapetto si trovano piedistalli che probabilmente servivano a sorreggere delle statue. Si notano anche delle immagini scolpite ma di difficile decifrabilità che probabilmente facevano riferimento a divinità.

Su di una balaustra si trovano due segni che ricordano due zoccoli di capra. Questo particolare, che è da ricondurre ad espedienti tecnici necessari per issare le merci dalle barche al ponte, ha dato origine alla leggenda che vuole il ponte legato al culto del diavolo. In realtà i ponti, simbolo delle capacità ingegneristiche romane, dovevano dare il senso della grandezza estetica e architettonica dell’epoca imperiale, ed erano quindi ricchi di accorgimenti tecnici legati al migliore utilizzo possibile, ma anche  ricchi di immagini sacre e politiche.
Durante la guerra tra i Goti e i Bizantini rischiò la distruzione, ma questo esempio di ingegneria civile è rimasto intatto fino ad oggi persino nonostante i bombardamenti durante la seconda guerra mondiale.

 

 

 

 

 

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