Man as a Bird. Images of Journeys

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Il Museo di Stato di Belle Arti “A. S. Pushkin” partecipa per la prima volta alla Biennale Arte di Venezia presentando, a partire dal 10 maggio, la mostra “Man as Bird. Images of Journeys”, nell’ambito degli Eventi Collaterali.

Venezia - 4 maggio 2017 - redazione

Nel corso della Storia l’uomo ha cercato di estendere i confini e di trovare nuovi punti d’osservazione. Lo sviluppo dell’ottica e l’evoluzione dell’arte sono andate di pari passo, fornendo così agli artisti un’attrezzatura che spazia dalla camera oscura fino alla videocamera. Inoltre, scopo dell’espansione dell’orizzonte visivo è da sempre stato la conoscenza del mondo e, se da una parte ciò si è realizzato attraverso le spedizioni negli angoli remoti del pianeta, dall’altro lato è avvenuto anche grazie al cambiamento del modo di osservare, accessibile alle persone.

A questo processo inserito nella storia, fa eco anche una trasformazione interiore condotta dagli individui nel corso della vita. Unire la tradizione classica con la contemporaneità facilitando, in ultima analisi, il cambiamento della percezione visiva dell’osservatore, è uno degli scopi di questa mostra del “Pushkin XXI”. L’orientamento del museo invita a costruire nuovi contatti tra l’arte classica e quella contemporanea, tra il processo artistico propriamente russo e quello internazionale, promuovendo il dialogo sulle forme di rappresentazione nell’arte contemporanea e presentando al pubblico artisti capaci di parlare la lingua dei media.

La mostra “Man as Bird. Images of Journeys” invita lo spettatore a viaggiare attraverso molteplici dimensioni quali spazio, tempo ed esperienza individuale, le quali possono alterare non soltanto la percezione del mondo, ma anche di noi stessi. La morfologia iniziale e la struttura delle immagini cambiano nel corso del viaggio, grazie ad eterogenei punti di vista inclusi nel progetto. Come Gulliver di Jonathan Swift o come Alice di Lewis Carroll, l’osservatore percepirà proporzioni e prospettive inusuali: il mondo si trasforma, il punto d’osservazione cambia, reale e immaginario si intrecciano, non corrispondendo più alla nostra percezione canonica.

Il viaggio artistico sembra essere non solo mera geografia, qui la struttura dello spazio riflette una visione del mondo. Tale struttura è stata interpretata in vari modi da viaggiatori di epoche differenti, rappezzata e puntiforme, perché descrivendo solamente le fermate, si perdevano le distanze. Lungo il viaggio la visuale si espande, e dai familiari 120° della visione umana, si passa ai 360° di quella degli uccelli. Lo spazio, costruito seguendo le leggi della prospettiva lineare nota fin dai tempi del Rinascimento, appare regolare solamente al primo sguardo. Il visitatore, posto al centro del panorama, spesso perda la sua abilità a cogliere i dettagli, che si fondono in un flusso indifferenziato. Le costanti distorsioni della realtà, le improvvise transizioni da una prospettiva ravvicinata ad una più distante, portano al fatto che ad un certo punto il visitatore perde la propria capacità di mantenere una posizione determinata; da un’estrema distanza dei dettagli, deriva così una parziale cecità. Le distorsioni e le interferenze dello spazio attorno all’imbuto temporale trascinano il visitatore in un buco nero dal quale emerge in una sintetica esperienza multistrato “di visione allargata”, apparendo come un solitario viaggiatore alla ricerca di sé stesso. L’accostamento di suono, percezioni tattili e visioni quasi tangibili, permette di sperimentare uno spazio ulteriore: lo spazio della memoria, che mette in primo piano la vicenda individuale e il viaggio interiore. In conclusione, sentimenti e sensazioni foggiano il nostro rapporto con lo spazio dall’esterno, con le nostre memorie dall’interno, tingendo le impressioni e i ricordi con colori inattesi. Il punto di vista “a volo d’uccello” come una prospettiva prosaica, l’occhio umano come l’obiettivo della macchina fotografica, lo spazio della storia e della memoria personale, sono tutti all’interno di ciascuno di noi; scopo principale di questa odissea è la comprensione di noi stessi.

La Mostra è sostenuta dal partner ufficiale Mail.ru Group, dal partner tecnico Barco e dalla famiglia Peganov.

Marina Loshak: “Questa direzione presa dal Museo invita a realizzare nuovi collegamenti tra l’arte classica e quella dei nostri giorni, tra il processo artistico russo e quello internazionale, sostenendo il dialogo delle forme di rappresentazione dell’arte contemporanea e presentando al visitatore degli artisti che parlano la lingua dei media attuali.”

Olga Shishko: “Per la partecipazione alla Biennale Arte di Venezia abbiamo invitato artisti russi e stranieri conosciuti in tutto il mondo, i quali hanno ampliato il solito angolo visivo umano di 120° a quello di 360° tipico dei volatili. L’obiettivo del progetto è quello di aprire un varco in un’altra dimensione, attraverso la quale il visitatore può viaggiare. Gli artisti ci parlano dell’annullamento dei confini fisici e delle distanze. Molte delle opere esposte confluiranno poi nella collezione del “Pushkin XXI”.”

 

ARTISTI:

Martin Honert

Lanterna (piccola versione), 2000

Alluminio, plexiglas, getti di inchiostro, polistirolo e luci fluorescenti, 100 x 100 x 100 cm

Fondo Artistico, Collezioni d’Arte Statali di Dresda

Un cubo è illuminato dall’interno, e nella sua luce azzurra si vede un uomo disteso sul letto che guarda la televisione; rappresenta la dimora della nostra infanzia, nella quale vive la fantasia. Le meticolose sculture di Martin Honert (1953) sono largamente ispirate dalle memorie del periodo dell’infanzia. Partendo dalla propria esperienza personale, Honert conduce il visitatore in un simbolico viaggio attraverso il tempo: ci si può spostare pur non uscendo di casa, ma la scala delle immagini dei ricordi è distorta.

 

Leonid Tishkov

Luna privata. 2003–2017

Installazione di luci, fotografie, video

“Luna privata” è un poema visuale che racconta la storia di un uomo che una volta incontrò la Luna e rimase con lei per il resto della sua vita, viaggiando insieme per il mondo. Collocata in un modo del tutto insolito, illuminando oggetti intorno ad essa, la luna viaggiatrice offre agli osservatori come ai passanti casuali la possibilità di sperimentare la sensazione delle meraviglia dell’esistenza. Leonid Tishkov (1953) ha pianificato un viaggio lungo tutta la vita con la sua opera.

 

Fabrizio Plessi

Ca’ d’Oro. 2009

Sandolo, TV, DVD, suono

“Ca’ d’Oro” è la metafora di un viaggio verso il mondo sconosciuto della creazione. Lo scorrere dell’acqua digitale nello scafo del sandolo rivela la mescolanza delle forze naturali con la tecnologia dei media. L’artista italiano Fabrizio Plessi (1940) è conosciuto come un moderno alchimista che gioca con gli elementi; egli umanizza i supporti tecnologici trasformandoli in oggetti portatori di emozioni.

 

Gruppo ‘Provmyza’

Eternità. 2011

Installazione video, 35 min.

L’installazione “Eternità” del Gruppo “Provmyza” crea un senso di angoscia, immergendo il visitatore in uno spazio multistrato in cui a dissolversi non è soltanto la realtà circostante, ma anche la vista umana. In questa versione realizzata espressamente per la mostra, lo spettatore è costretto a muoversi attraverso l’immagine e non ha la possibilità di coglierla per intero. Il pianto della ragazzina diventa acustico, la sua fonte visuale è fuori dal campo visivo. Così egli inizia a percepire il mondo alla maniera lillipuziana, mentre la piccola ragazzina-eternità gli appare come un inconcepibile gigante.

 

Dmitry Bulnygin

Aquarium. 2015

Installazione, video mapping, suono

Il lavoro si presenta come un ciclico processo di caduta d’acqua dentro un acquario con un pesce, realizzato con l’aiuto della tecnologia del video mapping. Il pesce si muove in modo caotico e nelle pause tra una precipitazione e l’altra del liquido, cerca di posizionarsi sul bordo per l’ossigeno. Il lavoro di Dmitry Bulnygin (1965) è un’allegoria della vita con i suoi improvvisi cataclismi che non siamo capaci di controllare.

 

Irina Zatulovskaya

Ritorno a casa. 2017

Ricamo, seta veneziana, lana, stoffa, oro, broccato veneziano, velluto veneziano.

Troviamo una serie di lavori realizzati su tele orizzontali di stoffa veneziana, comprendenti vari temi: l’Antico Testamento, il Vangelo e la contemporaneità. Insieme formano una generalizzata immagine del pentimento, del ritorno a casa e del ritorno in sé stessi. Il rapporto con i materiali definisce Irina Zatulovskaya (1954) quale artista capace di dipingere sul legno o sul ferro di oggetti trovati da lei e ormai inutili per tutti. Le tracce lasciate sulle superfici dalla natura, dal tempo e dagli uomini, si combinano con le poche ed ascetiche pennellate: come risultato si genera e nasce una nuova immagine.

 

David Claerbout

Viaggio. 1996–2013

HD animazione a colori, suono, 12 min.

Cortesia dell’artista e delle gallerie Sean Kelly (New York) Esther Schipper (Berlin)

Il movimento continuo di una cinepresa inizia il suo percorso in un parco per proseguire dentro un’oscura foresta, che risulterà poi essere un piccolo boschetto nel mezzo di un campo, una volta che l’occhio della cinepresa si sarà alzato a volo d’uccello. Claerbout (1969) lavora con l’universale immagine del tranquillo bosco ombroso, muovendo lo strumento in modo spassionato e dinamico. Lo spazio rappresentato è generico e non specifico, i dettagli non riflettono gli oggetti della percezione, bensì rivelano il processo di contatto dell’uomo all’interno della foresta.

 

Yuri Kalendarev

Universo interiore

Inchiostro su carta, bronzo acustico

La scultura sonora di Yuri Kalendarev (1946) ricrea un universo di suoni; egli ridefinisce il concetto di scultura attraverso una nuova esperienza sonora, spingendosi oltre il suono stesso, nel campo dell’acustica pura. Il viaggio di Kalendarev è prima di tutto un’esperienza personale di ricerca interiore. L’installazione conduce attraverso il percorso creativo dell’artista e rappresenta un spazio di studio o un tempio, dove si compie la meditazione creativa.

 

Sofia Gavrilova

Pozzi. 2014

Stampa su plastica

L’installazione presenta fotografie di paesaggi deserti scattate dall’artista e geografa Sofia Gavrilova (1987) durante le sue spedizioni attraverso la Russia. Il lavoro consiste in panorami verticali che richiamano le sezioni geologiche. I panorami simili a provette tagliate, danno l’opportunità di focalizzarsi sulla linea dell’orizzonte, spesso difficile da scorgere nei territori urbanizzati, ma che in realtà è parte integrale della nostra visione del mondo.

 

Masaki Fujihata

Stanza privata / TV. 2009/2010                                                                                                                                

Installazione multimediale – dimensione variabile

Con il sostegno di Tokyo Gallery + BTAP

Una stanza privata rappresenta la casa globale digitale; nel mondo dei network digitali, come in quello della televisione a cui l’installazione è dedicata, i nostri viaggi e i ricordi a loro connessi sono collegati in un’unica rete che penetra nella casa globale contemporanea e ci connette con il mondo. Questo lavoro è una delle installazioni multimediali dell’artista giapponese Masaki Fujihata (1956), il quale esamina le possibilità per la comunicazioni negli spazi virtuali.

 

Mariano Sardón in collaborazione con Mariano Sigman

Tutto ciò che possiedo dalla tua memoria è una mappa. 2017

Video installazione. Con il supporto di UNTREF (Universidad Nacional De Tres Febrero), MUNTREF (Centro de Arte y Ciencia).

Cortesia dell’artista.

Il lavoro dell’artista argentino Mariano Sardón (1968) presenta paesaggi urbani in forma di database, composti da mappe visuali; le traiettorie degli sguardi sono sovrapposte, così da creare fiabesche immagini colorate. L’opera ci ricorda che i paesaggi urbani del XV secolo dipinti con la tecnica “a volo d’uccello”, sebbene fossero dettagliati e precisi, erano più un prodotto di riflessioni, piuttosto che di osservazioni.

 

Marnix de Nijs

Prospettive disintegrate 2.0. 2012–2013

Installazione interattiva

Nel progetto “Prospettive disgregate 2.0” il visitatore passa da un paesaggio urbano audiovisivo realizzato da una nuvola di punti (point cloud) con uno scanner a tecnologia 3D, capace di creare un’atmosfera surreale e immaginaria. La combinazione del movimento con l’interattività di rappresentazione del 3D realizzata dall’ artista olandese Marnix de Nijs (1983), porta lo spettatore a provare una sensazione di intensa immersione nello spazio.

 

Tanya Akhmetgalieva

Nave fantasma. 2017

Installazione video

Con il support dell’ Institut français de Russie

Nella sua installazione site-specific l’artista Tanya Akhmetgalieva (1983) riflette sulla personale odissea della vita di ognuno di noi; l’installazione conduce il visitatore in un infinito vortice impazzito di pensieri e sensazioni, mentre momento culminante risulta essere l’incontro con una nave fantasma, capace di fermare e far riflettere chiunque.

 

Semyon Aleksandrovsky

Un altro museo. 2016

Installazione audio

L’artista e produttore Semyon Aleksandrovsky (1982) invita un visitatore giunto a Palazzo Soranzo Van Axel per la mostra, a partecipare ad un viaggio audio in un altro museo: le cuffie indossate all’inizio ripropongono i rumori di una passeggiata all’interno del Museo Pushkin di Mosca. Così mentre il visitatore si aggira per il cortile del palazzo veneziano, contemporaneamente si immerge nell’atmosfera sonora del museo russo. I confini spaziali si annullano, come se non ci fosse alcuna distanza tra Venezia e Mosca.

 

 

Man as a Bird. Images of Journeys

Venezia, Palazzo Soranzo Van Axel
Cannaregio 6071 – 30121 

13 maggio – 5 settembre 2017

venice.arts-museum.ru

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