Anna Tsybuleva: La pianista russa che ha conquistato l’Italia

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Bologna - 15 settembre 2016 - Vladislava Petrova

Anna Tsybuleva è una giovane pianista russa che ha vinto nel 2015 il premio Leeds International Piano Competition. Nata nel 1990, Anna ha iniziato ad esibirsi nel 2000 a fianco delle orchestre russe più importanti. Oggi si esibisce in tutti i palcoscenici più importanti al mondo, continuando la sua strepitosa carriera musicale.  

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Da dove deriva la Sua passione per la musica?

L’amore verso la musica e verso l’arte mi è stato trasmesso da mia madre. Quando ero ancora una bambina, suonava spesso per me, cantavamo e disegnavamo insieme. A 6 anni ho iniziato a frequentare la scuola musicale per i bambini  nelle sezioni di pianoforte e violino (ho scelto lo strumento due anni più tardi). L’insegnamento musicale avveniva in un’atmosfera molto artistica, che mia madre (pianista, maestra del coro e laureata in arte) è riuscita a crearmi attorno.  A volte mi spronava ad esercitarmi, ovviamente. Però ricordo che mi piaceva esibirmi, soprattutto sul palco. Già da allora capii che per suonare bene avrei dovuto esercitarmi molto. Verso i dieci anni sono diventata consapevole che la musica è una parte imprescindibile della mia vita.

Sappiamo che Lei ha finito il Conservatorio di Mosca. Cosa ne pensa dell’educazione musicale russa, è diversa da quella europea?

Il sistema dell’educazione musicale russa è unico. Si basa sull’esperienza creativa dei più grandi musicisti al mondo. Nata a metà del XIX secolo, questa tradizione è in continuo sviluppo.

Com’è essere la seconda donna che abbia mai vinto il premio Leeds?

Sinceramente parlando, né durante il concorso, né in seguito ho pensato ai risultati. Ero grata al destino per la possibilità di suonare al concorso in tutti i quattro tour (includendo il finale con la strepitosa Hallé Orchestra e il suo direttore Sir Mark Elder). Ma quando ho sentito il risultato finale, non riuscivo a crederci, è stato inaspettato.  Ero sopraffatta da diverse emozioni. Non sono riuscita a dormire per tutta la notte successiva alla premiazione. È stato un lungo percorso, a volte molto difficile, ma ricevere questo premio mi ha aperto una “nuova porta” e mi ha permesso di fare un passo avanti. Mi aspetta un altro viaggio di ricerca musicale. Ne sono molto ispirata!

Quali sono i Suoi prossimi piani?

Ho in progetto moltissima musica nuova (che non suono molto spesso). Scelgo il repertorio con molta attenzione, cercando di combinare le belle opere poco note con quelle più popolari. Chiedo sempre consiglio ai miei professori Ludmila Roschina e Claudio Martinez Mehner.

Di fronte a me ho molti concerti da solista in diverse città d’Europa e in Inghilterra, ho un concerto da solista anche a Hong Kong. Stiamo progettando delle esibizioni con le orchestre sinfoniche, in programma per la prossima stagione ci sono concerti per pianoforte di Chopin, Beethoven, Saint-Saëns e altri…

Lei da poco è stata in Italia, precisamente a Bologna al festival Pianofortissimo e ha dato il suo primo concerto italiano. Lei è stata in tanti Paesi ma cosa ne pensa dell’Italia? Cosa le è rimasto impresso?

L’Italia è un paese meraviglioso, molto fertile per la creatività. C’è un’eccezionale bellezza che gli gravita attorno: l’architettura, la natura, la sensibilità delle persone. Tutto questo non può che espirare. A Bologna per la prima volta ho suonato all’aria aperta. L’opinione positiva di questa città è stata alimentata dall’esibizione tra le colonne sotto il cielo aperto e insieme al canto degli uccelli. In un posto del genere si vorrebbe rimanere di più, vagare per le strade, visitare le attrazioni turistiche, godere dell’atmosfera. Ma spesso l’agenda non permette di indugiare, occorre andare oltre, esercitarsi, prepararsi per i prossimi eventi musicali.

La ringraziamo per questa intervista, è sempre bello poter esplorare il panorama musicale e conoscere i giovani talenti come Lei. Speriamo di rivederla presto su un palco italiano.

 

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