Mausoleo di Galla Placidia

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Ravenna - 19 ottobre 2013 - Karina Mamalygo

Costruita in pianta a forma di croce greca e coperta da cupola, racchiusa all’esterno da una struttura di forma cubica, la cappella della corte imperiale dedicata a San Lorenzo, il patrono celeste della famiglia di Teodosio il Grande, diventò una tra le prime costruzioni del nuovo culto cristiano. Il Mausoleo di Galla Placidia, eretto a Ravenna negli anni 30 del V sec. dall’imperatrice, all’inizio la costruzione faceva parte dell’insieme architettonico della basilica di Santa Croce. La croce fu il tema principale delle soluzioni architettoniche del piccolo tempio e l’elemento dominante tra le decorazioni al suo interno, tanto da essere ripetuta quattro volte nella pianta della cappella e nelle composizioni dei mosaici. Edifici per la sepoltura a forma di croce erano conosciuti già in epoca pagana, ma solo con l’arrivo del Cristianesimo ricevettero il significato di salvezza. L’esterno della cappella si presenta in rigoroso stile romano paleocristiano: i muri sono decorati solo con ampli archi e finestre strettissime. Dal di fuori niente ci fa prevedere la sensazione di beatitudine che ci prende quando passiamo sotto le sue volte. È difficile non ricordare il concetto che le prime chiese cristiane cercavano di rappresentare, cioè l‘immagine del cristiano, severo e semplice all’esterno, con un vero tesoro spirituale nascosto al suo interno. Lo spazio della cappella è il luogo dove si incontrano l’arte antica e l’arte medievale; la lingua simbolica qui nasce, quasi direttamente, davanti ai nostri occhi.

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©Apt di Ravenna

Le composizioni centrali sono “ il Buon Pastore” e “il Martirio di San Lorenzo”, messi uno di fronte all’altro, nelle lunette in basso sulle pareti sud e nord. La scena del“Buon Pastore” rappresenta il giardino fiorito del Paradiso, dove, al centro, sta seduto Cristo Emanuele, un bellissimo giovane con vestiti patrizi ed appoggiato ad una croce d’oro. Il Buon Pastore è circondato da sei candidi agnelli, le anime dei giusti che riposano in luoghi paradisiaci.

“Il nuovo Cielo” e “la nuova Terra” sono rappresentati tramite l’uso del mosaico, con cubetti di vetro smaltato azzurri, dorati, rosa e verdi che fanno fluire la luce pulsante dal loro fondo verso l’interno della cappella. Sembra che, proprio alla decorazione interna del “mausoleo di Galla Placidia a Ravenna” siano ispirati i versi del poeta del VI secolo Venanzio Fortunato: «Aux his lux nata est, aut capta his libera regnet» («O la luce nacque qui, o catturata regna qui liberamente»). Le immagini del Paradiso sembra che si sciolgano in questa luce. La croce nelle mani di San Lorenzo, che va incontro al suo martirio doloroso, ci ricorda che la strada verso il Regno Celeste passa attraverso la sofferenza, riproducendo con la nostra morte e la nostra resurrezione quelle di Cristo. Il concetto della scelta personale di ogni uomo viene qui spiegato con una nuova lingua spirituale che verrà poi ripresa ed espansa dagli artisti del Medioevo. La simmetria rigorosa della composizione, il ritmo lineare, l’inizio dell’uso della prospettiva rovesciata (nella rappresentazione della griglia al centro della scena e della libreria spalancata con i codici dei quattro Vangeli) testimoniano la nascita di un’arte nuova, apparsa sotto l’influenza orientale, soprattutto siriana. La cupola che copre la cappella è decorata con una croce dorata in un cielo blu circondata dalle stelle, simbolo della vittoria contro la morte. Nelle vele della cupola sono rappresentate le immagini simboliche dei quattro Evangelisti. Le volte dei bracci della croce nella cappella sono ornate da mosaici floreali che ci ricordano i giardini del Paradiso. Nelle lunette orientale e occidentale, in basso, sono rappresentati dei cervi che bevono l’acqua della fonte della fede. Nella seconda fila delle lunette sono raffigurati otto apostoli disposti a coppie. I discepoli di Cristo con i loro gesti delle mani guidano il nostro sguardo verso la parte orientale del mausoleo, dove stanno i primi Apostoli Pietro e Paolo, i quali, a loro volta, indicano il cielo, cioè il Regno Celeste. Gli Apostoli sono l’incarnazione visibile della chiesa terrena, dalla quale ricevono la grazia della Chiesa Celeste; il punto della loro unione ideale è la Croce del Crocefisso. Il fondo blu scuro delle volte superiori, con le stelle dorate, simboleggia la sicurezza e la forza del Regno dei Cieli, rispetto al quale le immagini nei livelli sottostanti sembrano più “indefinite”, come fluttuanti. Per la prima volta qui si usa una delle tecniche principali delle rappresentazioni dell’arte bizantina: l’aumento delle dimensioni delle figure dal basso verso l’alto, rispetto allo sguardo dell’osservatore. La base del muro della cappella è decorata con lastre di marmo con sfumature giallo tenui. Nelle nicchie orientale, occidentale e meridionale sono disposti tre sarcofagi di marmo, nessuno dei quali, secondo gli storici, ha mai contenuto il corpo della augusta e potente Galla Placidia.

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