Venezia e la foresta sotto il mare

Venezia Palazzo Ducale

Venezia - 11 febbraio 2016 - Mario Anton Orefice

Venezia è un grande bosco rovesciato. Quando si cammina nelle calli o si entra nei palazzi veneziani, pochi immaginano che le costruzioni non poggiano sulle classiche fondamenta ma su milioni di pali di legno che venivano trasportati in laguna dagli zattieri. Era l’unico modo per costruire degli edifici sulla sabbia. Scrive Tiziano Scarpa nel suo Venezia è un pesce: “Sotto la Basilica della Salute ce ne sono almeno centomila, anche ai piedi del ponte di Rialto, per contenere la spinta dell’arco di pietra. La Basilica di San Marco poggia su zatteroni di rovere, sostenuti da una palafitta d’olmo”.

 

Palazzo

Palazzo Ducale

Alla fine del Settecento Venezia poteva contare ogni anno su una quantità di legname pari a 350.00 tronchi provenienti dalle valli del Cadore e dall’altopiano del Cansiglio. Tutto questo legno era necessario per le case e, specialmente, per le navi della potente Repubblica Marinara.
Già nel 1240 essa destava grande meraviglia:”Città che ha per pavimento il mare, per tetto il cielo e per pareti il flusso delle acque”, scriveva Boncompagno da Signa.
La ricchezza delle architetture romaniche, gotiche, bizantine, abbellite da fregi, bassorilievi, stemmi, le sculture, sacre e profane, gli stemmi, le formelle, le edicole, le pietre provenienti dalle coste del Mediterraneo, l’asimmetria degli spazi, la luce che cambia intensità in ogni momento nel gioco dei riflessi, ad ogni passaggio di nuvola, nelle improvvise nebbie invernali. L’irreale e onirica Venezia notturna regalano a chi la visita continui incanti, visioni a cui restare legati per sempre.

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