Lucca - 26 gennaio 2016 - Karina Mamalygo
Nelle varie città dell’Impero Romano, si possono vedere ancora oggi anfiteatri e arene in vari gradi di conservazione. Accadeva spesso che, in seguito allo svuotamento delle città romane, i barbari invasori si stabilivano in nuovo borghi oppure nelle arene degli anfiteatri, cosicché le mura di questi servissero come difesa contro eventuali nemici.
In seguito, nel Medioevo, l’arena dell’anfiteatro fu trasformata in una delle piazze per gli incontri cittadini; nel suo perimetro vi erano i magazzini del sale, quelli delle polveri da sparo e le carceri cittadine. I muri dell’anfiteatro, che circondavano l’arena, servirono come base per la costruzione di case per gli abitanti: i Lucchesi, pragmatici, usarono tutte le costruzioni che si potevano utilizzare per le nuove necessità della città. Gli abitanti chiamarono questo posto «parlascio», dal latino «paralisium», influenzato dal verbo «parlare».
La Piazza dell’Anfiteatro ha una storia particolare: nel XIX secolo l’architetto lucchese Lorenzo Nottolini fece ordine nel caos che regnava nella piazza antica. Secondo il suo progetto architettonico fece abbattere i vecchi edifici e costruì nuove case alla base dei vecchi muri dell’anfiteatro, cosicché i cittadini potessero vedere la nuova piazza, di forma ellittica, piena di negozi e caffè di lusso. All’esterno la piazza è circondata dalla piccola via dell’Anfiteatro, dalla quale si accede tramite quattro archi, ma solo uno di questi, quello con il voltone più basso, si è conservato fino ad oggi dal tempo dei Romani. Proprio attraverso questo arco entravano gli spettatori per occupare i loro posti tra le gradinate di marmo, e dove i cittadini più illustri avevano i posti riservati con incisi i propri nomi.
L’architetto Nottolini creò una sintesi tra l’antico e il moderno, usando lo spazio architettonico dell’antico anfiteatro per dar corso alle idee urbanistiche del neoclassicismo e del romanticismo. Proprio per questo motivo la Piazza dell’Anfiteatro è diventata uno dei monumenti più celebri della città e da quasi due secoli attrae l’ammirazione dei visitatori.
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